Le aziende stanno richiedendo un cambiamento del proprio asset comunicativo? Con quali modalità?
Sono convinta che il cambiamento parte sempre a partire da se stessi, e che nel momento in cui questo si manifesta, l’ambiente esterno reagisce, si adatta, si adegua. Le aziende stanno cambiando, nel loro modo di comunicare e di promuovere i valori del brand. Non necessariamente però questo avviene in maniera consapevole, non c’e’ strategia. Semplicemente ci si adatta al flusso e si sperimentano nuove soluzioni, e le si iterano finché non si ottengono risultati positivi e gratificanti. E’ l’audience, con le sue aspettative, con le sue richieste a determinare un trend e una richiesta di comunicazione diversa. Un’occasione persa se ci pensiamo, in quanto le aziende potrebbero essere promotrici di cambiamento, piuttosto che adattarsi, adeguarsi e rispondere al cambiamento dei consumatori. Qualcuno ha detto che l’omologazione uccide la pubblicità. Certamente, alla base della creatività ci sono personalizzazione, carattere e unicità. L’appiattimento dello spessore comunicativo a cui abbiamo assistito nel periodo del lockdown rischia di far svanire sullo sfondo la marca. Ciò che ne consegue è che per emergere con la propria comunicazione sia necessario seguire una strada non particolarmente battuta ma con panorami interessanti.
In che modo si è riuscito a comunicare in un periodo di pandemia? Che difficoltà si sono incontrate sui diversi fronti merceologici? Si può essere originali e creare interesse intorno a iniziative differenti dalla nuova consuetudine?
Essere originali non necessariamente significa essere efficaci nella comunicazione. I consumatori hanno le idee chiare e sostengono un brand se questo risponde a un bisogno. Il cambiamento delle abitudini, la nuova normalità, ha portato i brand a coprire questi bisogni in maniera completamente diversa da come facevano prima, ha forzato un cambiamento necessario che purtroppo in molte occasioni non e’ stato interpretato come occasione per innovarsi (e rinnovarsi), a causa dell’incontrollabilità e della velocità del cambiamento. Non e’ seguita, all’innovazione, l’evoluzione. I social media hanno assunto un ruolo fondamentale nella vita di tutti noi, l’iper-connessione ha collegato milioni di utenti rendendo visibili immediatamente idee, opinioni e talvolta critiche. Per le aziende diventa complicato riuscire a comunicare in uno scenario così vario e ricco, rischiando di minare la propria reputazione con un semplice passo falso.
In che modo le agenzie possono dialogare con efficacia con gli utenti rispettando i valori e le aspettative dei brand? Quanto è difficile oggi comunicare con dei target sempre più eterogenei, considerando il notevole aumento delle piattaforme social?
Nonostante il moltiplicarsi dei canali di comunicazione e delle loro peculiarità, la difficoltà delle aziende e dei brand nel gestire una comunicazione controllata, a mio parere, sta nella coerenza: restare fedeli ai propri valori, mantenere la massima trasparenza, ascoltare (ma ascoltare per davvero) i pareri e le reazioni dei consumatori e rispondere, al posto di reagire. L’onestà vince sulla strategia.