Le aziende stanno richiedendo un cambiamento del proprio asset comunicativo? Con quali modalità?
Sicuramente quest’ultimo anno ha portato ad una nuova riflessione sul modo di fare business, spingendo diverse aziende a mettere in risalto aspetti meno legati al prodotto o ai servizi offerti ma più correlati all’aspetto valoriale dell’azienda, quindi alla vision nella quale i potenziali clienti potessero riconoscersi.
Da anni assistiamo a un’evoluzione del percorso di scelta da parte dei consumatori: a variabili classiche come il prezzo, il brand, il packaging, si sono aggiunti anche altri criteri di scelta come l’eco-sostenibilità, la filiera, il Made in Italy e in generale i valori che quel particolare brand vuole comunicare.
Come agenzia siamo stati al fianco di diverse aziende nel “tirare fuori” questo potenziale e comunicarlo al meglio, anche se alla base è fondamentale ci sia la sostanza e delle scelte aziendali solide: si tratta di un percorso fatto di diverse tappe che deve essere comunicato con il giusto tono, per riuscire davvero ad esprimere il valore intrinseco che c’è nell’azienda.
In che modo si è riuscito a comunicare in un periodo di pandemia? Che difficoltà si sono incontrate sui diversi fronti merceologici? Si può essere originali e creare interesse intorno a iniziative differenti dalla nuova consuetudine?
La pandemia ci ha in un certo qual modo “costretto” ad uscire da determinati schemi e a comunicare in modo diverso. Per quello che ci riguarda non è stato tanto un cambio di piattaforma, in quanto i canali digitali sono parte fondamentale del DNA di Linkness, la vera questione è stata capire cosa comunicare e come guidare le aziende in questo processo di rinnovamento.
Quello che da diverse parti è stato visto come un ostacolo, da noi è stato colto come una sfida stimolante per creare qualcosa di nuovo e di diverso e quindi genuinamente creativo. Personalmente, per quella che è stata la nostra esperienza, le aziende nel periodo di pandemia, hanno sentito l’importanza di comunicare vicinanza e continuità, dare l’idea che pur nel bel mezzo di una situazione di forte incertezza ci fossero delle sicurezze che rimanevano tali, tra cui il legame di fiducia tra l’azienda e i propri clienti.
In che modo le agenzie possono dialogare con efficacia con gli utenti rispettando i valori e le aspettative dei brand? Quanto è difficile oggi comunicare con dei target sempre più eterogenei, considerando il notevole aumento delle piattaforme social?
Una corretta comunicazione social non può prescindere da un’attenta analisi preliminare dell’azienda, dei valori che incarna, del target di riferimento e dello studio del quadro competitivo. É poi assolutamente fondamentale non snaturare quella che è la vision aziendale, magari solo per rincorrere la moda del momento, ma anzi prendere per mano l’azienda e guidarla attraverso un percorso di evoluzione con step e obiettivi condivisi.
Aggiungo inoltre che diversi target e diverse piattaforme richiedono diversi registri di comunicazione: non è possibile pensare che lo stesso post sia adatto sempre e comunque.
Vorrei anche sottolineare un altro aspetto e cioè che nei canali social, pur con tutte le attenzioni del caso, possono comunque svilupparsi delle piccole crisi, che è fondamentale gestire tempestivamente, avendo ben chiara la strategia da adottare: un SMM non può non essere anche un esperto di crisis management, perché l’imprevisto può effettivamente essere dietro l’angolo ma la differenza tra un professionista e una persona improvvisata è appunto la capacità di saperlo gestire.