Le aziende stanno richiedendo un cambiamento del proprio asset comunicativo? Con quali modalità?
Le aziende cercano di anticipare – o talvolta di inseguire, quando non sanno fare altrimenti – i cambiamenti del proprio audience. Cambiamenti che rispecchiano quelli di parte della società. Sempre più imprese decidono di rendere pubblico e comunicare, per esempio, il proprio impegno in favore dell’ambiente o in materia di diversity. È fondamentale che il cambiamento del proprio asset comunicativo non sia mero processo di greenwashing, pinkwashing o rainbowashing ma rappresenti un abbracciare, con un tono di voce sincero, le istanze che interessano ai consumatori che si intende raggiungere.
In che modo si è riuscito a comunicare in un periodo di pandemia? Che difficoltà si sono incontrate sui diversi fronti merceologici? Si può essere originali e creare interesse intorno a iniziative differenti dalla nuova consuetudine?
Durante il lockdown alcune aziende non sono riuscite ad andare oltre la retorica dello “stare a casa” o del ritratto di medici e infermieri come “eroi” (e non come lavoratori di un settore da sempre meritevole di particolare attenzione pubblica), dando messaggi che rendevano quasi indistinguibile un brand dall’altro, dal momento che si perdeva completamente l’identità di ciascuno. Per essere originali credo sia necessario tornare ad ancorare nuovamente il messaggio al marchio e al prodotto proposto, senza per questo tralasciare i profondi cambiamenti di abitudini e di consumi che la pandemia ha provocato o in qualche modo accelerato.
In che modo le agenzie possono dialogare con efficacia con gli utenti rispettando i valori e le aspettative dei brand? Quanto è difficile oggi comunicare con dei target sempre più eterogenei, considerando il notevole aumento delle piattaforme social?
Per non perdere il contatto con gli utenti, le agenzie dovrebbero soprattutto mettersi in ascolto. Questo implica anche fare domande (attraverso l’opzione di sondaggio offerta dai diversi social), leggere con attenzione i commenti a post e tweet, intercettare micro influencer che conoscono e possono raccontare dove stanno andando i diversi segmenti di pubblico con cui si desidera dialogare, in modo da non lasciarne nessuno indietro.