Le aziende stanno richiedendo un cambiamento del proprio asset comunicativo? Con quali modalità?
La pandemia, il covid, il lockdown: tutti abbiamo subito questa situazione e tutti abbiamo cercato di interpretarla al meglio per poter tenere attiva la nostra vita quotidiana.
Io personalmente l’ho vissuta come momento di intenso lavoro: tutto il team era impegnato a cambiare rotta per andare incontro alle nuove esigenze di comunicazione B2C e il mio compito era interpretare in chiave grafica i brief ricevuti in maniera incalzante.
Nonostante il contesto tutt’altro che roseo, è stato un periodo molto stimolante ed effervescente, ricco di idee nel trovare soluzioni utili per mantenere vivo il Brand e il contatto con il cliente.
Sia online che offline, ci siamo trovati ad affinare giorno dopo giorno le capacità di problem solving, affrontando situazioni sempre nuove e in continua evoluzione.
Come facciamo a raggiungere il nostro target in una situazione del genere, come possiamo capire le sue nuove esigenze e mantenere il contatto? Questa è stata la domanda che ho sentito ripetersi più e più volte. L’unica maniera per stare vicino al cliente è stata quella di coinvolgerlo tramite l’omnichannel facendo dialogare i canali virtuali con quelli fisici già esistenti per poter raggiungere il singolo nelle sue necessità, coinvolgendolo anche in contest di gruppo.
Da qui si è lavorato su: attività social, video chat con whatsapp nei negozi, webinar, collaborazioni con influencer, consegna a domicilio, interviste, promozioni su prodotti di primo consumo e anche con donazioni a favore degli ospedali. Su questo devo dire che l’azienda di cui faccio parte ha saputo lavorare molto bene ed essere molto presente.
In che modo si è riuscito a comunicare in un periodo di pandemia? Che difficoltà si sono incontrate sui diversi fronti merceologici? Si può essere originali e creare interesse intorno a iniziative differenti dalla nuova consuetudine?
Di certo da questo periodo posso trarre la conclusione che non solo i consumatori ma tutti noi abbiamo preso coscienza di molte cose. Tutti hanno dovuto prendere più praticità con le tecnologie, discernere ciò che è necessario dal superfluo. Il consumatore è diventato più consapevole, più selettivo, attento e sensibile anche su temi caldi come la sostenibilità:
Le nuove generazioni in particolare sono molto sensibili sul fronte ambientale e me ne rendo conto in prima persona perché sto lavorando molto e su molti progetti inerenti a questo tema per l’azienda in cui lavoro.
D’altra parte, le aziende hanno dovuto imparare e finalmente capire e apprezzare le potenzialità dei canali web in maniera più attenta e consapevole a causa dello shock sociale determinato dalla pandemia.
In sostanza i canali web (i social, l’e-commerce, i siti web ecc…) sono diventati da un giorno all’altro da strumenti funzionali a indispensabili e questo nel prossimo futuro influenzerà molto le abitudini e le scelte di tutti nei consumi.
In che modo le agenzie possono dialogare con efficacia con gli utenti rispettando i valori e le aspettative dei brand? Quanto è difficile oggi comunicare con dei target sempre più eterogenei, considerando il notevole aumento delle piattaforme social?
Comunque credo che la pandemia abbia portato anche una nuova spinta alla creatività rendendo la comunicazione più interessante perché da distribuire in più canali, una nuova frontiera difficile ma stimolante. Su questo le agenzie troveranno terreno fertile, ma la cosa più importante da tener conto è che il canale fisico non si è bloccato a favore del canale virtuale bensì, su questo sono fiducioso, ha portato nuovi stimoli affinché i due canali nel prossimo futuro si integrino sempre di più con lo scopo di raggiungere in maniera capillare i bisogni e i gusti della singola persona.
Passata la pandemia, è ovvio che le persone non vorranno rimanere a casa ma cercheranno di muoversi, ritrovare le vecchie abitudini e il contatto umano in luoghi fisici, per cui ci sarà una ripresa dei consumi ma più consapevole e incentrata su beni utili e di prima necessità a causa proprio del minor potere d’acquisto derivante dalle conseguenze della pandemia.
In sostanza bisogna capire le nuove abitudini, le nuove necessità e tendenze dei propri clienti per raggiungere il target e, dal target, i giusti canali di comunicazione.