Le aziende stanno richiedendo un cambiamento del proprio asset comunicativo? Con quali modalità? In che modo si è riuscito a comunicare in un periodo di pandemia? Che difficoltà si sono incontrate sui diversi fronti merceologici? Si può essere originali e creare interesse intorno a iniziative differenti dalla nuova consuetudine? In che modo le agenzie possono dialogare con efficacia con gli utenti rispettando i valori e le aspettative dei brand? Quanto è difficile oggi comunicare con dei target sempre più eterogenei, considerando il notevole aumento delle piattaforme social?
“Le relazioni umane sono come le bolle, fragili, come i tulipani. Protagonisti della bolla più assurda di tutti i tempi. Nel ‘600 in Olanda il prezzo dei bulbi di tulipano salì al punto che si poteva comprare una bellissima casa su un canale di Amsterdam per il valore di un unico bulbo. Fu chiamata la febbre dei tulipani. Poi il mercato crollò e ti davano dieci bulbi per due dollari.”
Con queste parole nel 2010 un formidabile Gordon Gekko al secolo Michael Douglas metteva in relazione l’idea di bolla e di speculazione, con la natura effimera e fragile dei rapporti umani. Ben presto anche i brand si sono accorti dell’importanza del web, che nella fattispecie possono veicolare molto facilmente messaggi promozionali. Le piattaforme che hanno agevolato questo processo sono stati principalmente social oriented, ed è proprio attraverso la capacità virale di questi social che è possibile far dilagare messaggi di assoluta importanza.
Come in tutte le attività umane, là dove ce l’attenzione di molti, prendono vita le pratiche speculative. Ma è importantissimo divulgare e informare per portare tutti a navigare con estrema capacità di analisi in moda da ridurre al massimo le possibilità di alienazione.
È palese che in questo scenario c’è lo spazio per attivare meccanismi artificiali per arrivare a questi risultati. Ma nessun filtro potrà d’intelligenza artificiale potrà mai competere con la padronanza del genere umano nell’utilizzare determinati tools.
Il futuro sarà digitale, ma nel senso più positivo del termine, come ogni scoperta storica il primo periodo è appannaggio dei più.