Le aziende stanno richiedendo un cambiamento del proprio asset comunicativo? Con quali modalità?
La comunicazione degli ultimi 15 anni è stata scandita dalla parola “cambiamento”, spesso svuotata del suo significato, soprattutto dalla politica che se ne è appropriata con logiche gattopardiane. Gli ultimi 15 mesi, invece, ci hanno fatto vedere in maniera empirica cosa fosse davvero il cambiamento. Lo abbiamo scoperto violentemente dovendo mettere in discussione tutto ciò che per noi era consolidato ed inviolabile, a partire dalla nostra libertà di movimento e di contatto con gli altri. La comunicazione, che a volte anticipa e a volte rincorre le tendenze, si è trovata, per la prima volta dopo molti anni a confrontarsi con una crisi anomala che per molti versi è stata davvero un’opportunità di ripensare da zero tante delle nostre prassi acquisite, nel rapporto con i clienti e anche nel modo di creare, promuovere e raccontare un brand.
La pandemia è stata una grande doccia gelata che è servita per svegliare qualche realtà aziendale che ha compreso subito che era il momento di ripensarsi da capo, a partire dal posizionamento e dalla propria identità di marca per parlare ad un pubblico che ragiona con logiche del tutto nuove; altri brand sono invece rimasti storditi da questo evento straordinario. Abbiamo visto nascere nuovi rapporti tra agenzie e clienti e anche qualche inaspettata rottura, con clienti di lungo corso.
Noi di Giango, da piccola realtà toscana abituata ad attraversare momenti di difficoltà e forte di un Metodo di lavoro ormai consolidato (Il Metodo dei Sette Passi) che combina visione strategica, creatività e concretezza, abbiamo cercato di portare ai nostri clienti, in maniera trasparente, un messaggio positivo di presenza costante, affiancamento e disponibilità ad affrontare insieme questo periodo, senza perdersi d’animo.
In che modo si è riuscito a comunicare in un periodo di pandemia? Che difficoltà si sono incontrate sui diversi fronti merceologici? Si può essere originali e creare interesse intorno a iniziative differenti dalla nuova consuetudine?
Un virus ci ha costretti a tirare giù le nostre maschere ed ha trasformato le nostre imprese: ci ha obbligato a mostrare come siamo realmente, anche con i nostri difetti e le nostre criticità da risolvere, senza trucco e addirittura con i figli che entrano nelle riunioni. Ci ha imposto di restare distanti e isolati; ci ha tappato la bocca e coperto le mani, obbligandoci a cercare nuove forme di realizzazione e dialogo. Non bastava sperare che tutto tornasse come prima e neanche dirsi che sarebbe andato tutto bene.
Siamo una piccola agenzia, ci siamo riuniti, a distanza, e abbiamo deciso di fare qualcosa di concreto per i nostri clienti. Abbiamo creato un Manifesto con una serie di suggerimenti pratici e attuabili fin da subito per fare capire, soprattutto ai clienti che ci chiedevano come comunicare in questo nuovo scenario con i propri pubblici, che la comunicazione, ripensata velocemente e in maniera semplice, poteva essere per loro un mezzo per realizzare una piccola rivoluzione che li avrebbe messi in condizione di ripartire.
Nel nostro sito www.giangocomunicazione.it raccontiamo tre storie, di altrettante aziende, nostre clienti, che hanno accettato i nostri suggerimenti per superare momenti di oggettiva difficoltà. Le case histories sono quelle de La Fabbrica del Panforte, Safety&Privacy eil festival internazionaleSiena Awards, che sono state supportate, fra laprima e la seconda ondata del Coronavirus, da Giango.
La Fabbrica del Panforte, azienda artigianale di Siena, è nata con una missione: far conoscere al mondo la tradizione dei dolci senesi che affonda le sue radici nei secoli scorsi. Di fronte alle limitazioni del Covid-19 e al blocco dei consueti canali di vendita, con la consulenza e l’affiancamento di Giango è stato attivato l’e-commerce per raggiungere tutti i consumatori e sono stati curati il lancio sul mercato e la creazione dell’identità di un nuovo prodotto: P.Forte, una barretta energetica realizzata con gli ingredienti del panforte pensata per chi fa sport grazie alle sue proprietà nutrizionali.
Safety&Privacy è una realtà che opera da 25 anni nel settore degli impianti di sicurezza. Con il supporto di Giango, ha trasformato il Covid-19 in opportunità e ha sviluppato nuovi servizi puntando soprattutto sul digitale per la loro promozione: dal sito web al blog fino ai canali social. Insieme ai malintenzionati, il nemico da combattere è diventato anche il virus, rafforzando la protezione della casa e dei luoghi di lavoro. Con questi obiettivi e investendo su nuove idee e strumenti, l’offerta di Safety&Privacy è stata estesa e sta proponendo anche prodotti anti Covid-19, quali sistemi di sanificazione degli ambienti, di conteggio delle persone, di misurazione della temperatura per controllare gli accessi e di controllo delle distanze interpersonali.
Giango ha accompagnato i propri clienti a reagire ai primi segnali della crisi anche nel caso del Siena Awards, il festival internazionale dedicato alle arti visive che ogni anno riunisce centinaia partecipanti da tutto il mondo e di cui l’agenzia senese ha curato anche il rebranding puntando sulla brand idea “il mondo dell’immaginazione”. L’incontro fra le arti visive e i linguaggi digitali ha dato forma alla mostra “Non potevamo immaginare l’inimmaginabile”, che ha unito reale e virtuale e ha acceso i riflettori sul lockdown nel mondo. L’esposizione, installata a Siena ma visibile da ogni parte del globo grazie alla App Siena Awards è stata composta da 24 pannelli di grande formato con ritratti di uomini e donne uniti da un QR Code sulla bocca che ricordava la mascherina anti Covid. Aprendo ogni QR Code è stato possibile vedere l’immagine originale e un video inedito girato durante il lockdown dai fotografi che hanno partecipato ai premi del Siena Awards, con immagini provenienti da città di tutto il mondo che hanno accompagnato lo spettatore a viaggiare con l’immaginazione e a scoprire prospettive inedite di grandi città del mondo che era impossibile pensare e immaginare prima della pandemia.
Forse, si può essere davvero innovativi ed originali, anche in un periodo pieno di limitazioni; basta riuscire a lavorare con clienti che ti diano davvero fiducia.
In che modo le agenzie possono dialogare con efficacia con gli utenti rispettando i valori e le aspettative dei brand? Quanto è difficile oggi comunicare con dei target sempre più eterogenei, considerando il notevole aumento delle piattaforme social?
Per noi l’identità di marca si appoggia sempre su dei pilastri che, se non sono chiari, devono essere individuati e condivisi con il cliente: i valori del brand.
Tutto ciò che l’azienda comunica scaturisce da un percorso che deve essere coerente. Si continua erroneamente a parlare delle piattaforme social come “nuovi media”; in realtà gli attuali diciottenni non hanno memoria di un mondo senza queste piattaforme. Anche le generazioni più anziane sono entrate con entrambi i piedi in questa consuetudine che ha sovvertito le forme elementari di relazione tra esseri umani. I nostri genitori sono su Facebook! Il pubblico che interagisce, partecipa, critica ferocemente, odia, è ormai la normalità. I brand che l’hanno capito hanno compreso anche che non si può pensare più di essere unanimemente apprezzati, per questo è diventato necessario prendere una posizione, a volte anche scomoda, ma che deve essere sempre coerente con tutto ciò che il brand comunica, anche al di fuori dai social.
La coerenza è il nuovo parametro con il quale misuriamo i nostri brand di riferimento. Non importa piacere a tutti, quello che conta è non deludere mai chi la pensa come noi.