Le aziende stanno richiedendo un cambiamento del proprio asset comunicativo? Con quali modalità?
Il cambiamento dello scenario, a causa dell’emergenza sanitaria, ha evidenziato che le tecnologie sono state e continueranno ad essere differenzianti nella nostra Industry. Siamo stati tutti proiettati rapidamente in dinamiche di interazione da remoto senza possibilità di scelta. Abbiamo fruito di diversi contenuti nella stessa modalità: formazione, convention aziendali, celebrazioni, spettacoli, e anche l’area commerciale ha attivato formule di assistenza con sales specialist sempre in versione on line. Abbiamo imparato che questa dinamica ha dei grandi vantaggi ma è evidente che i Touch Point Digitali non soppianteranno in tutto i Touch Point Fisici. La strada giusta, richiesta dal mercato, è poter offrire alle aziende le più innovative soluzioni di interazione digitali come asset consolidato, insieme all’expertise di agenzia di live communication. Realtà aumentata e virtuale, gamification, sono soluzioni in grado di attivare interazioni digital ad alto valore con il target ma si tenderà ad aumentarne l’integrazione fra TPF e TPD in un nuovo equilibrio sempre da ricalibrare.
In che modo si è riuscito a comunicare in un periodo di pandemia? Che difficoltà si sono incontrate sui diversi fronti merceologici? Si può essere originali e creare interesse intorno a iniziative differenti dalla nuova consuetudine?
Durante la pandemia la comunicazione si è allineata sulla necessità di solidarietà ed empatia di cui c’era bisogno. D’altra parte, le campagne commerciali decontestualizzate sono apparse allo stesso modo distaccate dai consumatori. I brand dovranno continuare a lavorare su “Brand value” ma non probabilmente non basterà più. Le aziende dovranno consolidare la fiducia dei target e, per esempio, giustificare il premium price dei brand Top. Ecco che rientrerà in gioco la creatività. Riaffermare il Brand attraverso storytelling, Brand Experience e soprattutto dando seguito, con coerenza, al posizionamento di marca che deve corrispondere ad azioni dirette che il target potrà riconoscere e premiare con la fedeltà.
In che modo le agenzie possono dialogare con efficacia con gli utenti rispettando i valori e le aspettative dei brand? Quanto è difficile oggi comunicare con dei target sempre più eterogenei, considerando il notevole aumento delle piattaforme social?
I social rappresentano per i Brand un’opportunità, ma anche una fonte di pericolo. Spesso nelle aziende si sottovaluta questo aspetto: con i social si instaura un “dialogo diretto con il target”. Dialogo e non comunicazione unidirezionale. Non basta raccogliere “Like”, ma si deve costruire, nel tempo, un posizionamento chiaro e mantenere la brand reputation. La comunicazione social è efficace se si trasferiscono in modo chiaro i valori del brand e la nostra offerta commerciale. Le aziende che si misurano con la strategia social sanno che è importante essere in grado di distinguersi dando voce alle emozioni e, in caso di epic fail, gli utenti apprezzeranno anche un passo indietro dell’azienda. Tutto ciò presuppone un presidio costante con strategie personalizzate in base alla piattaforma social. E’ importante essere presenti con il linguaggio giusto rispettando le aspettative che la natura di ogni piattaforma impone, piuttosto che presidiarle tutte le piattaforme ma in modo standardizzato.