Le aziende stanno richiedendo un cambiamento del proprio asset comunicativo? Con quali modalità?
Il principale asset di comunicazione delle aziende è la reputazione, che oggi si costruisce soprattutto attraverso l’impegno, concreto e misurabile, sulla sostenibilità intesa in tutte le sue dimensioni: ambientale, sociale e di governance. Banca Ifis ha iniziato un percorso per integrare i temi dello sviluppo sostenibile nella strategia aziendale. Per valorizzare la nostra storia ultratrentennale e raccontare la nostra visione sul futuro, anche su quest’area strategica, nel 2020 abbiamo realizzato il progetto di rebranding. Un progetto che ha rilanciato l’identità della Banca attraverso un nuovo logo, un sound brand – novità assolta nel panorama bancario italiano che ha ulteriormente rafforzato l’unicità e la riconoscibilità del nostro marchio – e un nuovo payoff, “Il valore di crescere insieme”, per sottolineare la vicinanza di Banca Ifis alle piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto economico e produttivo del nostro Paese. Questo progetto ha avuto risultati importati sia in termini di visibilità che di coinvolgimento da parte dei dipendenti della Banca, a tutti i livelli.
In che modo si è riuscito a comunicare in un periodo di pandemia? Che difficoltà si sono incontrate sui diversi fronti merceologici? Si può essere originali e creare interesse intorno a iniziative differenti dalla nuova consuetudine?
Nel corso dell’emergenza pandemica le aziende più ricettive rispetto agli stimoli del nuovo contesto e più rapide ad adattarsi non si sono mai fermate, anzi: hanno rafforzato il proprio brand e si sono posizionate per tempo per agganciare la ripresa. In tutti i settori, l’emergenza ha rimesso le persone e le emozioni più autentiche al centro delle conversazioni. Nell’ultimo anno è stato fondamentale trasmettere sicurezza sia ai collaboratori sia ai clienti, dando risposte tempestive e comunicando in modo trasparente, con un tono di voce sempre rispettoso. In questo scenario, la comunicazione interna ha permesso di mantenere forte il senso di appartenenza, anche in mancanza di contatto tra le persone.
Le tecnologie digitali sono state un vero e proprio elemento abilitatore anche della comunicazione perché hanno consentito di veicolare messaggi e contenuti superando le restrizioni fisiche. La presentazione del rebranding, che si è tenuta in piena pandemia, si è avvalsa di un grande evento streaming con il collegamento da remoto di circa duemila spettatori tra stampa, stakeholder e dipendenti. Sempre il web, unito allo sviluppo di contenuti personalizzati e inediti, ci ha permesso di comunicare il nostro impegno su nuovi fronti, come lo sport: dalla partnership con i Mondiali di Sci Alpino di Cortina alle Classiche italiane del ciclismo.
In che modo le agenzie possono dialogare con efficacia con gli utenti rispettando i valori e le aspettative dei brand? Quanto è difficile oggi comunicare con dei target sempre più eterogenei, considerando il notevole aumento delle piattaforme social?
Lockdown, limitazioni agli spostamenti e smartworking hanno potenziato a livelli mai sperimentati prima la relazione delle persone con la tecnologia e, in particolare, con i social. Per noi comunicatori è una grande opportunità, che richiede un’enorme attenzione rispetto a un pubblico la cui sensibilità è acuita dalla condizione di emergenza. Un pubblico sempre più ampio e frammentato, che cambia a seconda della piattaforma attraverso la quale scegliamo di comunicare. Per essere efficaci, dunque, è fondamentale adattare il linguaggio e il tono di voce ai diversi canali, mantenendo la coerenza e la consistenza dei messaggi che vogliamo veicolare: questa è la nostra migliore garanzia per una reputazione solida e duratura.